domenica 23 agosto 2009

Questa è l'Atletica?

Mi permetto qui di riportare un articolo tratto dall'ANSA, il quale parla della fresca debacle del nostro amato sport.

"Atletica: Italia 'zero tituli', la prima volta a Berlino
dell'inviato Alessandro Castellani

BERLINO - 'Zero tituli', adesso è ufficiale, l'Italia dell'atletica torna dai Mondiali di Berlino senza neppure una medaglia. Non era mai successo da quando, nel 1983, Primo Nebiolo inventò questa manifestazione per dare finalmente anche alla 'regina' delle Olimpiadi la possibilità di assegnare titoli iridati. La penultima giornata di Berlino 2009 presentava quattro finali con italiani, ed è finita con una serie di piazzamenti: sesto il quartetto della 4x100 nella gara dominata dalla Giamaica (ma senza record del mondo, che rimane il 37"10 di Pechino), settimo Giuseppe Gibilisco nel salto con l'asta e settima anche Silvia Weissteiner nei 5000 donne, ottava Clarissa Claretti nel martello, gara in cui la polacca Anita Wlodarczyk ha vinto stabilendo anche il nuovo primato assoluto (77.96). Le difficoltà, prima di tutto di reclutamento, sono tante in un paese sempre più preda del consumismo e con ragazzi poco inclini ai sacrifici che uno sport come l'atletica richiede (meglio computer, videogiochi e telefonini), ma rimane la sgradevole sensazione di essere arrivati al punto di non ritorno: non ci si può accontentare dei quarti posti di Giorgio Rubino nei 20 km di marcia e di Antonietta Di Martino nell'alto donne, o del sesto della staffetta o della Cusma negli 800, né si può chiedere sempre ad Alex Schwazer di fare i miracoli e salvare la patria.

Anche lui, essendo un comune mortale, ha il diritto di avere qualche passaggio a vuoto, e basta un comune mal di stomaco (come a Berlino) per far rimanere l'Italia a zero nel medagliere, e al 17/o posto (a una giornata dalla fine, ma domani non ci saranno azzurri in gara) nella classifica complessiva dei risultati, che la Iaaf compila tenendo conto delle classifiche dal primo all'ottavo posto di ogni gara. Non serve neppure pensare all'assente Andrew Howe, per ora perso nei meandri dei suoi problemi fisici, in primis al tendine d'Achille: nel Mondiale di Bolt e nella Berlino che fu di Jesse Owens l'Italia è arrivata all'anno zero, e peggio di così non potrà fare. Si sperava qualcosa in più da Giuseppe Gibilisco, ma il siciliano veniva da un periodo tribolato, con la squalifica per tentato uso di doping e per la frequentazione del dottor Santuccione, e poi dalla riabilitazione del Tas, quindi da mesi in cui il suo allenamento si è svolto per modo di dire, e per di più in solitudine. Era decisamente a corto di abitudine all'agonismo, al punto da meritarsi la convocazione definitiva per Berlino soltanto ad otto giorni dall'inizio del Mondiale. Quindi non gli si poteva chiedere più di tanto, ed è anche giustificata la sua soddisfazione nel dopo-gara.

"Ci ho provato, e in fondo male non sono andato - ha detto Gibilisco -. Da oggi sono tornato, e sono soddisfatto di aver dimostrato a tanta gente che non sono finito: sono loro che non capiscono niente di atletica, e andrebbero cacciati. Nomi non ne faccio,ora voglio solo tornare a saltare in alto, e il mio sogno rimane una Fidal divisa in due: quella legislativo-burocratica a Roma e quella operativa a Formia, dove si dovrebbe lavorare tutti insieme perché c'é la possibilità di farlo. Ci mettano in condizione di prepararci bene, lo dico io che sono venuto qui da finanziere in aspettativa senza stipendio e contributi per la pensione". Questa è l'Italia dei Gibilisco e del quartetto della staffetta 4x100, con Fabio Cerutti contento per il sesto posto ma rammaricato "perché qui avremmo potuto fare il nuovo primato italiano: ci proveremo a Zurigo se ci ammettono". "Volevate vedermi attaccato alla maglietta di Bolt - aggiunge - invece non l'ho nemmeno vista". E questa è una foto non solo della velocità azzurra, ma un po' di tutta l'atletica tricolore".

FONTE: ANSA

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